Cassazione penale Sez. V sentenza n. 5724 del 5 febbraio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:5724PEN

Massima

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La misura di prevenzione personale nei confronti di un soggetto condannato per il reato di associazione di tipo mafioso (art. 416-bis c.p.) può essere mantenuta anche dopo l'espiazione della pena, qualora permangano elementi concreti che rendano attuale la sua pericolosità sociale. La presunzione di attualità della pericolosità sociale del proposto può operare quando l'accertamento della sua appartenenza all'associazione mafiosa sia contenuto in una sentenza irrevocabile di condanna e il suo ruolo all'interno dell'organizzazione sia di particolare rilievo, come nel caso di possesso di una "dote" della "società maggiore" e di una carica di vertice. In tali ipotesi, grava sul proposto l'onere di superare tale presunzione, dimostrando la rescissione del vincolo associativo, attraverso elementi concreti e specifici che non possono limitarsi al solo buon comportamento tenuto durante la detenzione. La valutazione dell'attualità della pericolosità sociale non può fondarsi su automatismi probatori o su presunzioni astratte, ma richiede un'attenta disamina degli elementi fattuali del caso concreto, con particolare riguardo alla natura giuridica dell'accertamento dell'appartenenza all'associazione mafiosa e al ruolo rivestito dal soggetto all'interno dell'organizzazione criminale. Solo in tal modo è possibile verificare l'operatività della presunzione semplice di attualità della pericolosità e il suo eventuale superamento da parte del proposto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PALLA Stefano - Presidente

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere

Dott. MOROSINI E. - rel. Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso il decreto del 26/01/2018 della CORTE di APPELLO di REGGIO CALABRIA;
udita la relazione svolta dal Consigliere, Dott. Elisabetta Maria Morosini;
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale, Dott. Casella Giuseppina, che ha concluso chiedendo che la Corte di cassazione voglia rigettare il ricorso proposto, adottando i provvedimenti di cui all'articolo 616 c.p.p..
RITENUTO IN FATTO
1. Con il decreto impugnato…

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