Cassazione penale Sez. II sentenza n. 22675 del 29 maggio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:22675PEN

Massima

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Il giudice che pronuncia sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti, equiparata a sentenza di condanna, è tenuto a dichiarare, ai sensi dell'art. 537 c.p.p., comma 1, l'accertata falsità di atti o documenti, a prescindere dall'affermazione della penale responsabilità dell'imputato, essendo tale dichiarazione fondata esclusivamente sull'accertamento della non rispondenza al vero dell'atto o del documento, anche nel giudizio speciale di patteggiamento, pur nei limiti di una cognizione "allo stato degli atti". Pertanto, la sentenza che ometta tale pronuncia sulla falsità degli atti o documenti è illegittima e deve essere annullata con rinvio al giudice di primo grado per la relativa integrazione, senza che la Corte di Cassazione possa direttamente adottare i provvedimenti previsti dall'art. 537 c.p.p., i quali richiedono una specifica motivazione implicante valutazioni di merito a sostegno della ritenuta falsità ed avverso i quali è riconosciuto alle parti il diritto di proporre, anche autonomamente, impugnazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CASUCCI Giuliano - Presidente

Dott. FIANDANESE Franco - Consigliere

Dott. TADDEI Margherita B. - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Procuratore generale della Repubblica presso la Corte d'appello di Campobasso, nei confronti di:

Re. Ed. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza del G.U.P. del Tribunale di Larino, in data 2.4.2008;

Sentita la relazione della causa fatta dal Consigliere Dr. Piercamillo Davigo;

Letta la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale, il quale ha concluso chiedendo l'accoglimento del ricorso.

Osserv…

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