Cassazione penale Sez. I sentenza n. 21891 del 30 maggio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:21891PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza del nesso della continuazione tra più reati associativi, deve considerare non solo gli elementi oggettivi della fase esecutiva, ma anche l'essenza e l'unitarietà del disegno criminoso sottostante, anche quando i soggetti coinvolti siano parzialmente diversi. La mera pluralità di episodi associativi non esclude di per sé l'applicazione dell'istituto della continuazione, purché sia accertata l'esistenza di un unico, complesso e predeterminato progetto criminoso, ideato, deliberato e attuato dalla medesima organizzazione criminale di appartenenza dell'imputato. Il giudice di legittimità non può sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito, se questa risulta congrua, adeguata ed esente da errori di diritto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MOCALI Piero - Presidente

Dott. GIORDANO Umberto - Consigliere

Dott. GIRONI Emilio Giovanni - Consigliere

Dott. GRANERO Francantonio - Consigliere

Dott. ZAMPETTI Umberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) GI. FO. , N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 18/04/2007 CORTE APPELLO di MESSINA;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. GRANERO FRANCANTONIO;

Lette le conclusioni del procuratore generale, in persona del Dott. Luigi Ciampoli, che ha chiesto il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO E IN DIRITTO

che avverso l'ordinanza in epigrafe propone ricorso per cassazione il difensore del condannato, rileva…

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