Cassazione penale Sez. II sentenza n. 34558 del 12 settembre 2024

ECLI:IT:CASS:2024:34558PEN

Massima

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La pericolosità sociale del soggetto, desunta dalla commissione seriale di reati in materia di stupefacenti e di fattispecie strumentali e connesse, nonché dall'inserimento in un contesto territoriale e familistico organizzato nello spaccio di sostanze stupefacenti, costituisce valido presupposto per l'applicazione della misura di prevenzione patrimoniale della confisca, anche in assenza di una prova diretta della provenienza illecita dei beni, laddove la sproporzione tra le entrate lecite e ufficiali e le disponibilità finanziarie utilizzate per l'acquisto di beni immobili non risulti giustificata da fonti reddituali lecite, né del proposto né dei suoi familiari. In tali casi, la mera produzione di documentazione anonima e non autenticata, come una ricognizione di debito in lingua straniera, non è idonea a dimostrare la legittima provenienza delle risorse impiegate per l'acquisto, essendo necessaria una prova certa e convincente della liceità della provvista. La valutazione della pericolosità sociale e della sproporzione patrimoniale rientra nella competenza dei giudici di merito, la cui motivazione, se adeguatamente argomentata, non è sindacabile in sede di legittimità, se non per violazione di legge.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

composta da:

Dott.ssa VERGA Giovanna - Presidente

Dott. IMPERIALI Luciano - Consigliere

Dott.ssa AIELLI Lucia - Consigliere

Dott. COSCIONI Giuseppe - Consigliere

Dott. PERROTTI Massimo - Consigliere est.

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
Sul ricorso proposto nell'interesse di:
Ma.Sa., nato in Marocco il (Omissis),
avverso il decreto emesso il 17/11/2023, dalla Corte di appello di Milano;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione della causa svolta dal consigliere ((omissis));
lette le conclusioni scritte rassegnate dal Pubblico ministero, nella persona della sostituta Procuratrice generale, dott.ssa ((omissis)), che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilità del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte di appello di Milano, con decreto depositato in data 6 marzo 20…

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