L'accreditamento istituzionale delle strutture sanitarie può essere sospeso o revocato dalla Regione a seguito del venir meno delle condizioni definite dalla normativa, previa formale diffida che consenta alla struttura interessata di regolarizzare la propria posizione. La sospensione dell'accreditamento ha natura sanzionatoria e, pertanto, deve rispettare i principi di legalità, tassatività e proporzionalità, non potendosi imporre obblighi e restrizioni in misura superiore a quella strettamente necessaria. In particolare, la Regione deve tenere conto delle difficoltà oggettive incontrate dalle strutture nella prima fase di applicazione di nuovi obblighi, come la partecipazione ai programmi di valutazione esterna della qualità (VEQ), qualora non sia stata adeguatamente assicurata la disponibilità e la reperibilità dei relativi percorsi certificativi. In tali casi, la sproporzione tra la sanzione comminata e l'entità dei rilievi, nonché la mancata considerazione della responsabilità in capo all'Amministrazione per la condizione di incertezza in cui si sono trovate le strutture, determinano l'illegittimità del provvedimento di sospensione dell'accreditamento.