Cassazione penale Sez. V sentenza n. 21700 del 3 giugno 2021

ECLI:IT:CASS:2021:21700PEN

Massima

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Il gesto e le espressioni verbali che manifestano in modo chiaro e inequivocabile l'intenzione di arrecare un grave danno fisico alla persona integrano il reato di minaccia, anche in assenza di una esplicita formulazione della minaccia stessa, purché risultino idonei a suscitare nella vittima un fondato timore per la propria incolumità. L'elemento soggettivo del reato di minaccia è integrato dalla consapevolezza e volontà di porre in essere un comportamento intimidatorio, a prescindere dalla concreta possibilità di realizzare la minaccia. La valutazione della sussistenza degli elementi costitutivi del reato di minaccia è rimessa al prudente apprezzamento del giudice di merito, il cui giudizio è incensurabile in sede di legittimità se sorretto da una motivazione logica e immune da vizi logici manifesti, senza che possa rilevare una diversa valutazione delle risultanze processuali da parte del ricorrente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PALLA Stefano - Presidente

Dott. PEZZULLO Rosa - Consigliere

Dott. SCARLINI E. V. S. - rel. Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. SESSA Renata - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 15/10/2019 del TRIBUNALE di LECCE;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ENRICO VITTORIO STANISLAO SCARLINI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. BIRRITTERI LUIGI, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 15 ottobre 2019, il Tribunale di Lecce, in parziale riforma della sentenz…

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