Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il giudice del riesame, nell'ambito del procedimento di cui all'art. 309 c.p.p., ha il potere di verificare la legittimità e la fondatezza del titolo cautelare emesso dal giudice procedente, senza tuttavia poter estendere il thema decidendum ad ulteriori fattispecie di reato non originariamente comprese nell'ordinanza applicativa della misura cautelare. Pertanto, il giudice del riesame eccede i limiti della propria cognizione quando include nel titolo cautelare una fattispecie di reato diversa da quella contestata nell'ordinanza del giudice procedente, in violazione del divieto di reformatio in pejus sancito dall'art. 309, comma 9, c.p.p. Il giudice del riesame è tenuto a limitare il proprio sindacato al quadro indiziario e alle esigenze cautelari originariamente valutati dal giudice procedente, senza poter ampliare il thema decidendum. La conseguenza di tale violazione è l'annullamento senza rinvio della parte del provvedimento che ha esteso il titolo cautelare ad una fattispecie di reato non compresa nell'originaria ordinanza.