Cassazione civile Sez. I sentenza n. 3953 del 9 giugno 1983

ECLI:IT:CASS:1983:3953CIV

Massima

Massima ufficiale
il principio secondo il quale l'efficacia delle sentenze dichiarative dell'illegittimità costituzionale di una norma di legge non si estende ai rapporti ormai esauriti in modo definitivo ed irrevocabile per avvenuta formazione del giudicato o per essersi comunque verificato altro evento cui l'ordinamento ricollega il consolidamento del rapporto medesimo, postula che l'esaurimento del rapporto derivi dalla applicazione di norme diverse da quella dichiarata incostituzionale e non sia, invece, l'effetto di questa stessa norma, se la pronunzia di incostituzionalità intervenga durante lo svolgimento del rapporto. pertanto, dichiarato inammissibile l'appello contro una sentenza resa su opposizione allo stato passivo, in quanto proposto dopo il decorso del termine di quindici giorni dall'affissione della sentenza stabilito nell'originario testo dell'art. 99, comma quinto, della legge fallimentare, e sopravvenuta, nelle more del ricorso per cassazione proposto contro tale pronuncia, la sentenza della corte costituzionale n. 152 del 1980, che ha dichiarato l'illegittimità costituzionale della norma suddetta, il rapporto processuale non può ritenersi esaurito per essere stato l'appello intempestivamente proposto ai sensi e sotto il vigore della norma dichiarata incostituzionale, della quale non può più farsi applicazione in quanto priva di validità fin dall'origine, e per giudicare della tempestività dell'appello medesimo deve aversi riguardo alle disposizioni generali del codice di rito sulla decorrenza dei termini d'impugnazione, con la conseguenza che l'appello deve considerarsi tempestivo, e la pronuncia di inammissibilità dello stesso deve essere cassata, ove risulti che l'impugnazione sia stata proposta entro i termini ordinari.

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