Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La certificazione di avvenuta bonifica di un sito contaminato, ai sensi dell'art. 248 del d.lgs. n. 152/2006, è rilasciata solo a conclusione degli interventi di bonifica, messa in sicurezza permanente o messa in sicurezza operativa, e non anche a seguito di interventi di semplice riparazione o messa in sicurezza d'emergenza. Pertanto, l'Autorità competente non è tenuta a rilasciare tale certificazione qualora gli interventi eseguiti sul sito non abbiano raggiunto gli obiettivi di bonifica previsti dalla normativa, ma si siano limitati a misure di messa in sicurezza o riparazione, ancorché il sito risulti di fatto restituito agli usi consentiti. In tali casi, il procedimento si conclude con l'approvazione di una relazione tecnica riassuntiva degli esiti del monitoraggio svolto, che attesta il raggiungimento di una condizione di sicurezza per la fruizione del sito, senza tuttavia comportare il rilascio della certificazione di avvenuta bonifica. Il principio di diritto trova applicazione anche nei casi in cui l'analisi di rischio effettuata non abbia definito specifici obiettivi di bonifica (CSR o CSC), ma si sia limitata a individuare misure di messa in sicurezza basate su tale analisi.