Cassazione penale Sez. II sentenza n. 26040 del 17 giugno 2014

ECLI:IT:CASS:2014:26040PEN

Massima

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La retrodatazione della decorrenza dei termini di custodia cautelare, prevista dall'art. 297 comma 3 c.p.p., opera anche per fatti diversi da quelli oggetto della prima ordinanza cautelare, purché tali fatti fossero desumibili dagli atti anteriormente al rinvio a giudizio disposto per il fatto oggetto della prima ordinanza. La nozione di "desumibilità" dagli atti non va confusa con la mera "conoscenza" o "conoscibilità" di determinate evenienze fattuali, ma si individua nella condizione di conoscenza, da un determinato compendio documentale o dichiarativo, di elementi relativi ad un determinato fatto-reato che abbiano una specifica "significanza processuale". Pertanto, ai fini della retrodatazione, non è sufficiente la semplice conoscenza di elementi fattuali, ma è necessario che tali elementi siano già acquisiti agli atti in modo tale da poter fondare l'adozione della misura cautelare anche per il fatto diverso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIANDANESE Franco - Presidente

Dott. CAMMINO Matilde - Consigliere

Dott. MACCHIA Alberto - rel. Consigliere

Dott. LOMBARDO ((omissis)) - Consigliere

Dott. DI MARZIO Fabrizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 2437/2013 TRIB. LIBERTA' di TORINO, del 22/01/2014;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. MACCHIA ALBERTO;

sentite le conclusioni del PG Dott. GALLI M., che chiede il rigetto del ricorso;

Udito il difensore Avv. (OMISSIS) che insiste per l'accoglimento del ricorso.

OSSERVA

Con ordinanza del 22 gennaio 2014, il Tribunale di Torino ha respinto l'appello de libert…

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