Cassazione penale Sez. V sentenza n. 39587 del 3 novembre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:39587PEN

Massima

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Il reato di ingiuria non può essere giustificato dalla mera percezione soggettiva di una minaccia o aggressione, in assenza di una condotta provocatoria effettiva e concreta da parte della persona offesa, accertata sulla base delle risultanze processuali. Le parole offensive pronunciate dall'imputato devono essere valutate in relazione al contesto fattuale, senza che possano essere ritenute una "reazione preventiva" a una presunta aggressione non provata. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza del reato di ingiuria, deve attenersi alle risultanze istruttorie, senza che le sue valutazioni possano essere censurate in sede di legittimità, se coerenti e razionalmente motivate.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. OLDI Paolo - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - rel. Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) MA. AN. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 6/2006 TRIB. SEZ. DIST. di EMPOLI, del 05/05/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 26/04/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANTONIO BEVERE;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. BAGLIONE Tindari, che ha concluso per l'inammissibilita'.

FATTO E DIRITTO

Con sentenza 5.5.09, il tribun…

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