Cassazione penale Sez. V sentenza n. 25467 del 17 giugno 2015

ECLI:IT:CASS:2015:25467PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel valutare la motivazione della sentenza di assoluzione emessa in sede di rinvio, deve limitare il proprio sindacato ai soli vizi di macroscopica evidenza, verificando che la decisione non sia fondata su argomentazioni illogiche, contraddittorie o palesemente incongruenti con gli atti processuali. Ove la Corte territoriale abbia escluso, sulla base di un'approfondita disamina degli elementi probatori, la sussistenza di prove certe della responsabilità penale dell'imputato, pervenendo ad una decisione assolutoria ai sensi dell'art. 530 comma 2 c.p.p. per mancanza di prova del fatto, tale valutazione non può essere censurata in sede di legittimità sulla base di una mera diversa e più plausibile ricostruzione dei fatti, in assenza di vizi logici o contraddizioni manifeste nella motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. OLDI Paolo - Presidente

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. PEZZULLO Rosa - rel. Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI TORINO;

nei confronti di:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 12/2011 CORTE ASSISE APPELLO di TORINO, del 18/09/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 25/11/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ROSA PEZZULLO;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale, Dott. ((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso;

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