Cassazione penale Sez. V sentenza n. 54019 del 30 novembre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:54019PEN

Massima

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Il rapporto di parentela tra gli indagati, pur non costituendo di per sé prova o indizio di appartenenza ad un'associazione mafiosa, può assumere rilevanza indiziaria qualora si inserisca in un contesto probatorio più ampio che evidenzi il pieno e stabile inserimento dell'indagato nel sodalizio criminoso, anche attraverso il compimento di delitti-fine che ne rivelino il ruolo operativo. L'aiuto prestato alla latitanza di affiliati di cosche alleate, unitamente ad altri elementi indiziari, può integrare un indice della partecipazione dell'indagato all'associazione mafiosa. Le dichiarazioni auto- ed etero-accusatorie registrate nel corso di attività di intercettazione regolarmente autorizzata hanno piena valenza probatoria e non necessitano di ulteriori elementi di corroborazione. Ai fini della punibilità del tentativo di omicidio, rileva l'idoneità causale degli atti compiuti al conseguimento dell'obiettivo delittuoso nonché l'univocità della loro destinazione, da apprezzarsi con valutazione "ex ante" in rapporto alle circostanze di fatto ed alle modalità della condotta, a prescindere dalla distinzione tra atti preparatori ed atti esecutivi. Nei confronti di un soggetto gravemente indiziato del delitto di partecipazione ad un'associazione mafiosa sussiste la presunzione di adeguatezza della sola misura della custodia cautelare in carcere, superabile unicamente nel caso si riscontrino segnali di rescissione del legame del soggetto con il sodalizio criminale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. CALASELICE Barbara - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

Dott. RICCARDI Giuseppe - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS) a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 23/03/2017 del ((omissis))' di Reggio Calabria;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dott. RICCARDI GIUSEPPE;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. LIGNOLA Ferdinando, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso;
udito il difensore, Avv. (OMISSIS), che ha concluso chiedendo l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. (OMISSIS) ricorre per cassazio…

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