Cassazione penale Sez. V sentenza n. 35351 del 22 agosto 2013

ECLI:IT:CASS:2013:35351PEN

Massima

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Il delitto di violenza privata si configura quando la condotta dell'agente, anche se non esplicitamente minacciosa, sia idonea a incutere timore e a suscitare la preoccupazione di un danno ingiusto, al fine di ottenere che la persona offesa sia indotta, mediante tale intimidazione, a fare, tollerare o omettere qualcosa contro la propria volontà. La valutazione della credibilità e attendibilità delle dichiarazioni della persona offesa, anche in assenza di riscontri esterni, rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, il cui apprezzamento non è sindacabile in sede di legittimità se sorretto da motivazione logica e immune da vizi logici o contraddittorietà, salvo il caso in cui il giudice di appello abbia richiamato atti a contenuto probatorio non esaminati dal primo giudice.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. SABEONE G. - rel. Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1128/2010 CORTE APPELLO SEZ.DIST. di TARANTO, del 24/10/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 20/06/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GERARDO SABEONE;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Fraticelli Mario, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. La Corte di Appello di Lecce, Sezione Distaccata di Taranto con sente…

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