Cassazione penale Sez. V sentenza n. 29235 del 4 luglio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:29235PEN

Massima

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Il reato di minaccia si configura quando l'espressione pronunciata dall'agente abbia una potenzialità intimidatoria valutata secondo un criterio medio e in relazione alle concrete circostanze del fatto, senza che sia necessario l'effettivo turbamento della libertà morale della persona offesa. La mera presenza di terzi, la mancata discesa dall'autovettura dell'imputato e l'assenza di gesti tali da far pensare a un'imminente aggressione non sono sufficienti a escludere la portata potenzialmente minatoria della minaccia, quando questa sia prospettata come un'azione violenta rinviata a un momento successivo. Ai fini della concessione delle attenuanti generiche, il giudice è tenuto a esaminare la questione, anche d'ufficio, quando questa sia oggetto di un motivo di appello, dovendo valutare positivi elementi, come l'incensuratezza e la giovane età dell'imputato, astrattamente idonei a giustificare tale concessione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. OLDI Paolo - Presidente

Dott. LAPALORCIA Grazia - rel. Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 16/2011 TRIBUNALE di MACERATA, del 29/11/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 30/05/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. LAPALORCIA GRAZIA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. PRATOLA Gianluigi, che ha concluso per il rigetto del ricorso;

Udito il difensore Avv. (OMISSIS), in sost. Avv. (OMISSIS).

RITENUTO IN FATTO

Con sentenza del 2…

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