Cassazione penale Sez. V sentenza n. 32179 del 6 agosto 2009

ECLI:IT:CASS:2009:32179PEN

Massima

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Il linguaggio usato, anche se volgare, non integra necessariamente il reato di ingiuria se contestualizzato nell'ambiente sociale di riferimento e nel rapporto di familiarità tra le parti, dovendosi valutare la concreta capacità lesiva dell'espressione utilizzata in relazione alla sensibilità dell'ambiente e alla natura del rapporto tra i soggetti coinvolti. Analogamente, la minaccia, pur essendo reato di pericolo, richiede una condotta connotata da serietà e effettiva potenzialità di arrecare un male ingiusto, non essendo sufficiente l'uso di espressioni meramente censuratorie del comportamento altrui. Pertanto, ai fini della configurabilità dei reati di ingiuria e minaccia, è necessario procedere a un'attenta contestualizzazione della condotta, valutandone la concreta capacità lesiva in relazione alle circostanze del caso concreto, all'ambiente sociale di riferimento e alla natura del rapporto tra i soggetti coinvolti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMATO Alfonso - Presidente

Dott. SANDRELLI Giangiacomo - Consigliere

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antoni - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

VI. El. , Parte Civile, per conto del figlio minore SO. Pi. ;

avverso la Sentenza del 13.11.2007 resa dal Tribuna le di Sassari (Sez. distaccata di Alghero);

nei confronti di SO. Ga. , nato il (OMESSO);

sentita la Relazione svolta dal Cons. Dr. Gian Giacomo Sandrelli;

sentita la Requisitoria del Procuratore Generale nella persona del Cons. Dr. Aurelio Galasso che …

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