Consiglio di Stato sentenza n. 982 del 2021

ECLI:IT:CDS:2021:982SENT

Massima

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Il provvedimento con cui viene ingiunta, anche tardivamente, la demolizione di un immobile abusivo e mai assistito da alcun titolo edilizio, per la sua natura vincolata e rigidamente ancorata al ricorrere dei relativi presupposti di fatto e di diritto, non richiede una specifica motivazione in ordine alle ragioni di pubblico interesse, diverse da quelle inerenti al ripristino della legittimità violata, che impongono la rimozione dell'abuso. Tale principio non ammette deroghe neppure nell'ipotesi in cui l'ingiunzione di demolizione intervenga a distanza di tempo dalla realizzazione dell'abuso, il titolare attuale non sia responsabile dell'abuso e il trasferimento non denoti intenti elusivi dell'onere di ripristino. L'amministrazione è tenuta a ordinare la demolizione dell'opera abusiva, senza necessità di una specifica motivazione in ordine all'interesse pubblico al ripristino della legalità, in quanto tale interesse è insito nella natura stessa del provvedimento di demolizione, che mira a rimuovere una situazione di illegalità urbanistica. Pertanto, l'ordinanza comunale che ingiunge la demolizione di opere abusive realizzate in assenza di titolo edilizio è immune dal vizio di carenza di motivazione, anche quando l'ingiunzione intervenga a distanza di tempo dalla realizzazione dell'abuso, il titolare attuale non sia responsabile dell'abuso e il trasferimento non denoti intenti elusivi dell'onere di ripristino. L'amministrazione non è tenuta a valutare eventuali posizioni di affidamento del privato, essendo l'interesse pubblico al ripristino della legalità urbanistica prevalente rispetto a qualsiasi interesse privato. Inoltre, la richiesta di applicazione della sanzione pecuniaria in luogo della demolizione è infondata, in quanto il caso di specie non rientra nel perimetro delineato dall'articolo 33, comma 2, del d.P.R. n. 380/2001, non essendo stata accertata l'impossibilità del ripristino dello stato dei luoghi. Infine, non sussiste la violazione dell'articolo 7 della legge n. 241/1990, poiché i provvedimenti aventi natura vincolata, quali l'ordinanza di demolizione, non necessitano di essere preceduti dalla comunicazione di avvio del procedimento, in quanto non è prevista, in capo all'amministrazione, la possibilità di effettuare valutazioni di interesse pubblico relative alla conservazione del bene.

Sentenza completa

Pubblicato il 03/02/2021

N. 00982/2021REG.PROV.COLL.

N. 02874/2010 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Seconda)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 2874 del 2010, proposto dal Comune di Napoli, in persona del Sindaco
pro tempore
, rappresentato e difeso dagli avvocati Eleonora Carpentieri, Fabio Maria Ferrari, Antonio Andreottola, Anna Pulcini e Giuseppe Tarallo, con domicilio eletto presso lo studio Grez e Associati s.r.l., in Roma, corso Vittorio Emanuele II, n. 18;

contro

i signori Tommaso Starace e Adriana Antonelli, rappresentati e difesi dall’avvocato Roberto Rapalo, con domicilio eletto presso la dottoressa Stella Capalbo in Roma, via Circonvallazione Ostiense, n. 146;

per la riforma della sentenza del Tribunale amministrativo regionale per l…

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