Il Comune, pur avendo accertato una modesta difformità edilizia rispetto al titolo autorizzativo, consistente in un incremento planovolumetrico di soli 2,02 mq e 5,45 mc, non ha adeguatamente valutato e motivato la sua incidenza rispetto a quanto assentito, omettendo di considerare la possibilità di irrogare una sanzione pecuniaria anziché l'ordine di demolizione. Pertanto, il provvedimento di demolizione è illegittimo per vizio istruttorio e motivazionale, in quanto l'amministrazione non ha ponderato correttamente la proporzionalità della misura sanzionatoria rispetto all'entità dell'abuso accertato. In tali casi, l'autorità competente deve valutare attentamente la modestia dell'incremento edilizio, la sua incidenza sul titolo autorizzativo e la possibilità di applicare una sanzione pecuniaria, anziché disporre la demolizione, al fine di garantire il giusto bilanciamento tra l'interesse pubblico alla regolarità edilizia e il sacrificio imposto al privato. Il principio di proporzionalità impone all'amministrazione di adottare la misura sanzionatoria meno gravosa, ove possibile, tenendo conto della limitata entità dell'abuso accertato.