Cassazione penale Sez. II sentenza n. 34528 del 11 settembre 2012

ECLI:IT:CASS:2012:34528PEN

Massima

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Il reato di ricettazione si configura quando l'imputato non sia in grado di fornire adeguate spiegazioni sulla provenienza della cosa in suo possesso, essendo sufficiente la mancata giustificazione del possesso per integrare la prova della conoscenza della sua illecita provenienza. Tuttavia, tale presunzione di consapevolezza può essere superata qualora emerga che l'imputato abbia ricevuto la cosa con colposa negligenza, senza avere effettiva conoscenza della sua origine delittuosa. Inoltre, il riconoscimento delle attenuanti generiche, quali l'incensuratezza e il risarcimento del danno, è rimesso alla valutazione discrezionale del giudice di merito, il quale deve motivare adeguatamente il mancato accoglimento di tali circostanze. Infine, il termine di prescrizione del reato di ricettazione può essere interrotto solo da atti processuali che dipendano dalla volontà dell'imputato, mentre non può essere computato nel calcolo della sospensione il periodo di rinvio dell'udienza dovuto alla mancata traduzione dell'imputato, in quanto non ascrivibile a sua richiesta.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ESPOSITO Antonio - Presidente

Dott. GENTILE Domenico - Consigliere

Dott. TADDEI Margherita - rel. Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. IASILLO Adriano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

2) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 756/2008 CORTE APPELLO di CATANIA, del 12/07/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 13/06/2012 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARGHERITA TADDEI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' dei ricorsi;

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