Cassazione penale Sez. I sentenza n. 5751 del 5 febbraio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:5751PEN

Massima

Massima ufficiale
Il giudice dell'esecuzione deve revocare la sentenza di condanna non solo quando sia intervenuta una abrogazione espressa della norma incriminatrice, ma anche in caso di abrogazione tacita, qualora le nuove disposizioni siano incompatibili con le precedenti ovvero la nuova legge sia intervenuta a regolare l'intera materia sicchè le due norme risultino connotate dalla stessa oggettività giuridica e dalla stessa "ratio". (Fattispecie nella quale la Corte ha annullato senza rinvio l'ordinanza del giudice dell'esecuzione che aveva omesso di verificare se a seguito delle modifiche introdotte dalla legge 15 luglio 2009, n. 94, il fatto descritto dall'art. 6 comma terzo del D.Lgs. 25 luglio 1998, n. 286 costituisse ancora reato).

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. CAIAZZO Luigi P. - rel. Consigliere

Dott. ROMBOLA' Marcello - Consigliere

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA;

nei confronti di:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 108/2012 TRIBUNALE di ROMA, del 26/03/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. LUIGI PIETRO CAIAZZO;

lette le conclusioni del PG Dott. MAZZOTTA Gabriele che ha chiesto l'annullamento senza rinvio dell'ordinanza impugnata e la trasmissione degli atti al GIP del Tribunale di Roma.

RILEVATO IN FA…

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