Il reato di maltrattamenti in famiglia di cui all'art. 572 c.p. assorbe i reati di percosse e minacce, i quali costituiscono elementi essenziali della violenza fisica o morale propria di tale delitto. Pertanto, qualora il fatto sia stato correttamente qualificato come maltrattamenti in famiglia, il reato di minacce gravi di cui all'art. 612 c.p. deve ritenersi assorbito, con conseguente eliminazione della relativa pena accessoria. Inoltre, qualora la pena principale inflitta per il reato di maltrattamenti sia inferiore ai tre anni di reclusione, non trova applicazione la pena accessoria di cui all'art. 29 c.p. La valutazione complessiva della condotta dell'imputato, caratterizzata da un regime quotidiano di minacce e vessazioni nei confronti dei genitori, deve condurre all'applicazione della fattispecie di maltrattamenti in famiglia, in luogo della pluralità di reati autonomi, al fine di evitare un ingiustificato cumulo di pene.