Cassazione penale Sez. I sentenza n. 57447 del 22 dicembre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:57447PEN

Massima

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Il sequestro preventivo di beni appartenenti a terzi estranei al reato, ai sensi dell'art. 321 c.p.p., comma 2, presuppone la dimostrazione di un nesso di pertinenzialità tra i beni da sottoporre a sequestro e l'attività delittuosa dell'indagato, nonché della disponibilità effettiva di tali beni da parte dell'indagato, anche in via indiretta, attraverso l'accertamento della natura fittizia dell'intestazione o di particolari rapporti tra il terzo titolare e l'indagato. Il giudice ha l'obbligo di motivare specificamente in ordine a tali requisiti, non essendo sufficiente la mera dimostrazione dell'incapacità patrimoniale del terzo intestatario di acquisire i beni. Inoltre, il sindacato del giudice del riesame sulla sussistenza del fumus commissi delicti deve consistere in un accertamento concreto, basato su elementi dimostrativi, sia pure sul piano indiziario, della sussistenza del reato ipotizzato, tenendo nel debito conto le contestazioni difensive sull'esistenza della fattispecie dedotta.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NOVIK ((omissis)) - Presidente

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

Dott. BONITO Francesco M. S. - Consigliere

Dott. VANNUCCI Marco - Consigliere

Dott. ESPOSITO Aldo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), n. il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 119/2016 TRIB. LIBERTA' REGGIO CALABRIA, del 20/06/2016;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ESPOSITO Aldo;
lette le conclusioni del Procuratore generale, in persona della Dott.ssa FODARONI M. Giuseppina, che ha chiesto l'annullamento dell'ordinanza impugnata con rinvio per nuovo esame.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza del 20/06/2016 il Tribunale di Reggio Calabria, in funzione di giudice del riesame, ha r…

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