Cassazione penale Sez. II sentenza n. 24567 del 11 giugno 2014

ECLI:IT:CASS:2014:24567PEN

Massima

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Il reato di estorsione si configura quando il soggetto, mediante minaccia di un male ingiusto, coarta la volontà della vittima al fine di conseguire un ingiusto profitto, anche se la minaccia non è accompagnata da comportamenti violenti o apertamente intimidatori, ma si basa sull'esibizione di un falso documento che attribuisce al soggetto un potere di controllo e accertamento tale da indurre il destinatario, in ragione della sua condizione di operatore economico, a cedere alla richiesta di denaro per evitare il rallentamento o la paralisi dell'attività lavorativa. La valutazione della gravità della condotta e della congruità della pena inflitta deve tenere conto non solo dell'entità del profitto ingiusto conseguito, ma anche degli effetti lesivi prodotti sulla vittima, senza che assumano rilievo eventuali richieste di applicazione di una pena concordata, atteso che l'accesso a riti alternativi comporta la rinuncia a far valere specifiche doglianze in sede di impugnazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PRESTIPINO Antonio - Presidente

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Consigliere

Dott. CERVADORO Mirella - Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andre - est. Consigliere

Dott. DI MARZIO F. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

Sul ricorso proposto nell'interesse di:

(OMISSIS), n. ad (OMISSIS), rappresentato e assistito dall'avv. (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 2797/2012 emessa dalla Corte d'Appello di Napoli, quarta sezione penale, in data 04.12.2012;

rilevata la regolarita' degli avvisi di rito; visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere dott. Andrea Pellegrino;

sentite le conclusioni del Sostituto procuratore generale dott. Lu…

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