Il dolo generico nel reato di lesioni personali volontarie comprende la consapevolezza dell'idoneità della condotta a determinare l'evento lesivo, ricomprendendo tutte le conseguenze dannose che possono derivare dall'azione violenta, anche se di maggiore gravità rispetto a quelle inizialmente prevedibili. Pertanto, l'agente risponde a titolo di dolo delle lesioni cagionate, anche quando queste risultino di durata superiore ai quaranta giorni, in quanto rappresentano uno sviluppo normale e prevedibile dell'atto di violenza fisica, senza che possa trovare applicazione la causa di esclusione della responsabilità prevista dall'art. 59, comma 2, c.p. Il giudice, nel valutare la sussistenza dell'aggravante di cui all'art. 583, comma 1, c.p., deve pertanto accertare la consapevolezza dell'agente in ordine all'entità delle lesioni prodotte, senza che assumano rilievo eventuali condizioni di predisposizione della persona offesa alla patologia insorta, le quali non valgono ad escludere la responsabilità dell'imputato.