Cassazione penale Sez. I sentenza n. 37712 del 18 ottobre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:37712PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Ai fini dell'emissione di una misura cautelare personale per il reato di partecipazione ad associazione di tipo mafioso, i "gravi indizi di colpevolezza" di cui all'art. 273 c.p.p. possono essere integrati da elementi di natura logica o rappresentativa, anche se non idonei a provare oltre ogni ragionevole dubbio la responsabilità dell'indagato, purché consentano di prevedere che, attraverso il prosieguo delle indagini, saranno in grado di dimostrare tale responsabilità, fondando nel frattempo una qualificata probabilità di colpevolezza. Tali indizi possono essere desunti da conversazioni intercettate tra esponenti di vertice dell'associazione mafiosa, dal loro contenuto rilevante per gli affari interni del sodalizio e dal contesto in cui sono state registrate, nonché dal ruolo gerarchico e funzionale ricoperto dall'indagato all'interno dell'organizzazione criminale, anche in assenza di specifici delitti-fine contestati. La valutazione di tali elementi indiziari, se adeguatamente motivata, è incensurabile in sede di legittimità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. SIOTTO Maria Cristin - Consigliere

Dott. ROMBOLA' Marcello - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - rel. Consigliere

Dott. BONITO Francesco M.S - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) G. A. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 944/2010 TRIB. LIBERTA' di REGGIO CALABRIA, del 16/09/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ALDO CAVALLO;

sentite le conclusioni del P.G. Dott. CEDRANGOLO Oscar il quale ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso;

udito il difensore av. FONTE Leone il quale ha concluso per l'accoglimento del ricorso.

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