Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso proposto dalla società Padool S.r.l. contro il provvedimento del Comune di Fasano che aveva ordinato la demolizione di alcune opere edilizie ritenute abusive, ha affermato i seguenti principi di diritto: 1. Gli interventi edilizi che comportano difformità volumetriche e di realizzazione rispetto a quanto originariamente assentito con il titolo autorizzativo costituiscono nuove costruzioni che necessitano di un apposito titolo edilizio, la cui mancanza legittima l'ordine di demolizione e ripristino dello stato dei luoghi. 2. Le opere edilizie, anche se non stabilmente infisse al suolo, non possono essere qualificate come "precarie" ai sensi dell'art. 6, comma 1, lett. e-bis del D.P.R. n. 380/2001 quando siano destinate a soddisfare esigenze non temporanee e contingenti, ma a un utilizzo prolungato nel tempo. 3. La presentazione di un'istanza di accertamento di conformità ex art. 36 del D.P.R. n. 380/2001 non impedisce l'emanazione dell'ordine di demolizione, ma comporta solo la sospensione della sua efficacia fino alla definizione della domanda. 4. L'ordine di demolizione per abusi edilizi è un provvedimento vincolato, che non richiede la previa comunicazione di avvio del procedimento ai sensi dell'art. 7 della Legge n. 241/1990, in quanto l'interessato è già a conoscenza della propria condotta abusiva. Pertanto, il Tribunale ha respinto il ricorso, ritenendo legittimo il provvedimento comunale di demolizione delle opere edilizie abusive.