Cassazione penale Sez. V sentenza n. 12678 del 25 marzo 2008

ECLI:IT:CASS:2008:12678PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che attesta falsamente la presenza e la volontà di una persona nell'atto pubblico da lui redatto, pur essendo tale persona assente e non avendo manifestato alcuna dichiarazione, commette il reato di falsità ideologica in atto pubblico di cui all'art. 479 c.p., anche se i concorrenti non rivestono la qualifica di pubblico ufficiale. L'elemento soggettivo del reato sussiste quando il pubblico ufficiale e i concorrenti sono consapevoli dell'assenza della persona e della mancata manifestazione della sua volontà, a prescindere dall'accertamento di una specifica incapacità di sottoscrivere. Il giudice di merito ha il potere di valutare discrezionalmente la rilevanza e la credibilità delle prove, senza che tale valutazione possa essere censurata in sede di legittimità, salvo che non risulti manifestamente illogica o priva di adeguata motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COLONNESE Andrea - Presidente

Dott. FERRUA Giuliana - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - rel. Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. DUBOLINO Pietro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) PA. FR. N. IL (OMESSO);

2) PA. GI. N. IL (OMESSO);

3) PR. LU. N. IL (OMESSO);

avverso la SENTENZA del 22/06/2006 CORTE DI APPELLO di CALTANISSETTA;

Visti gli atti, la sentenza denunziata e il ricorso;

Udita in Pubblica udienza la relazione fatta dal Consigliere Dott. PAOLO OLDI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Giovanni D'Angelo, che ha concluso per l'inammissibil…

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