Cassazione civile Sez. I sentenza n. 8030 del 22 aprile 2020

ECLI:IT:CASS:2020:8030CIV

Massima

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La dichiarazione di incandidabilità degli amministratori locali non costituisce una conseguenza automatica dello scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose, ma richiede un'autonoma e distinta valutazione delle posizioni degli interessati, volta ad accertare l'esistenza di elementi concreti, univoci e rilevanti riguardanti collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata di tipo mafioso o similare, oppure forme di condizionamento degli amministratori tali da aver determinato una cattiva gestione della cosa pubblica, compromettendone il buon andamento, l'imparzialità o il regolare funzionamento dei servizi affidati all'amministrazione, ovvero arrecando grave e perdurante pregiudizio allo stato della sicurezza pubblica. Tale valutazione, che non ha ad oggetto la legittimità del provvedimento di scioglimento, ma le condotte che vi hanno dato causa, deve essere effettuata in maniera unitaria, tenendo conto dell'attività svolta dalla giunta municipale sia nel quinquennio precedente lo scioglimento, sia nel periodo successivo, in ragione dell'evidente continuità tra le due esperienze amministrative. La dichiarazione di incandidabilità, pertanto, non costituisce una misura sanzionatoria, ma una misura interdittiva di carattere preventivo, volta a tutelare l'interesse costituzionalmente protetto al ripristino delle condizioni di legalità ed imparzialità nell'esercizio delle funzioni pubbliche, incidente sul diritto fondamentale all'elettorato passivo solo in modo spazialmente e temporalmente limitato, all'esclusivo fine di ristabilire il rapporto di fiducia tra i cittadini e le istituzioni. Essa non richiede l'accertamento della commissione di illeciti penali o dell'esistenza dei presupposti per l'applicazione di una misura di prevenzione, ma solo la valutazione di elementi concreti, univoci e rilevanti riguardanti i collegamenti degli amministratori con la criminalità organizzata o le forme di condizionamento da essa esercitate, tali da incidere sul corretto funzionamento degli organi dell'ente territoriale e sul buon andamento o sull'imparzialità dell'amministrazione, o da pregiudicare il regolare svolgimento dei servizi pubblici o lo stato della pubblica sicurezza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA CIVILE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIANCOLA Maria Cristina - Presidente

Dott. MARULLI Marco - Consigliere

Dott. MERCOLINO Guido - rel. Consigliere

Dott. LAMORGESE Antonio Pietro - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso iscritto al n. 22916/2019 R.G. proposto da:
MINISTERO DELL'INTERNO, in persona del Ministro p.t., e PREFETTURA UFFICIO TERRITORIALE DEL GOVERNO Di LECCE, in persona del Prefetto p.t., rappresentati e difesi dall'Avvocatura generale dello Stato, con domicilio legale in Roma, via dei Portoghesi, n. 12;
- ricorrenti -
contro
(OMISSIS), rappresentato e difeso dall'Avv. (OMISSIS), con domicilio eletto in (OMISSIS), presso lo studio del Dott. (OMISSIS);
- controricorrente -
e
(O…

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