La competenza per il rilascio dell'autorizzazione al mutamento di destinazione d'uso di terreni comunali gravati da usi civici spetta alla Giunta Regionale e non al Dirigente regionale, in quanto tale attività, per i profili programmatori di governo del territorio di cui si connota, esula dagli atti di gestione propri dei Dirigenti degli Uffici. La norma attributiva di tale competenza speciale alla Giunta Regionale (art. 2, comma 7, L.R. n. 11/1981) prevale sul principio generale di attribuzione della competenza gestionale ai Dirigenti (art. 4, comma 2, L.R. n. 24/2005), in quanto espressione di uno ius singulare dettato in ragione delle implicazioni urbanistico-ambientali connesse alla destinazione d'uso di tali terreni. Pertanto, il provvedimento di diniego dell'autorizzazione al mutamento di destinazione d'uso adottato dal Dirigente regionale è illegittimo per incompetenza. La sentenza di annullamento di un precedente provvedimento di diniego, anche se impugnata in appello, conserva la propria efficacia esecutiva, non risultando sospesa, sicché la mera pendenza del giudizio di appello non può essere addotta a fondamento di un nuovo provvedimento di diniego. L'interesse della società esercente l'attività estrattiva sui terreni comunali gravati da usi civici a ottenere il rinnovo dell'autorizzazione al mutamento di destinazione d'uso è tutelabile con l'impugnazione del provvedimento di diniego, in quanto incidente sul bene della vita consistente nella prosecuzione dell'attività.