Cassazione penale Sez. V sentenza n. 22320 del 4 giugno 2008

ECLI:IT:CASS:2008:22320PEN

Massima

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Il furto aggravato di un veicolo a motore, anche se il reo è stato sorpreso prima di portarlo definitivamente lontano dal luogo del reato, integra il reato di furto consumato, in quanto l'impossessamento del bene mobile altrui si realizza con la sottrazione dello stesso dalla sfera di disponibilità del legittimo proprietario, a prescindere dal successivo spostamento o trasporto. La confessione del reo, pur costituendo un elemento di valutazione ai fini della determinazione della pena, non può essere considerata come unico fattore determinante, dovendo il giudice tenere conto di tutti gli elementi di cui all'art. 133 c.p., tra cui i precedenti specifici del condannato. Il divieto di prevalenza delle attenuanti sulla recidiva reiterata, introdotto dalla legge n. 251 del 2005, non impedisce al giudice di ritenere la pena già adeguata alla gravità del fatto e alla personalità del reo, senza necessità di applicare un trattamento sanzionatorio più severo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Magistrati:

Dott. PIZZUTI Giuseppe - Presidente

Dott. CARROZZA Arturo - Consigliere

Dott. FERRUA Giuliano - Consigliere

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. SAVANI Piero - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto dal:

1) GR. AN. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 29/05/2006 CORTE APPELLO di ROMA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. ROTELLA MARIO;

Udite le conclusioni di inammissibilita' del S. P. G. Dott. BAGLIONE Tindari.

RITENUTO IN FATTO

1 - La Corte di Roma ha confermato la condanna con rito abbreviato di GR. An. a m. 8 re…

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