Il sequestro preventivo di denaro e beni ai sensi del D.L. n. 306/1992, art. 12-sexies è legittimo quando sussistono gravi indizi di reato, in particolare per i reati di cui al D.P.R. n. 309/1990, art. 73, e quando il valore dei beni risulta sproporzionato rispetto al reddito o all'attività economica del soggetto, senza che questi possa fornire giustificazioni credibili circa la loro lecita provenienza. A tal fine, il giudice deve accertare l'astratta configurabilità del reato presupposto e la presenza di seri indizi circa la sproporzione tra il valore dei beni e il reddito/attività economica del soggetto, nonché l'assenza di giustificazioni plausibili sulla provenienza dei beni. La richiesta di sequestro preventivo può essere avanzata anche oltre il termine delle indagini o dell'udienza preliminare, senza che ciò infici la legittimità del provvedimento. Il ricorso per cassazione avverso l'ordinanza di riesame è ammissibile solo per violazione di legge e non per mera illogicità della motivazione, che può essere dedotta solo attraverso il motivo di cui all'art. 606, comma 1, lett. e) c.p.p.