Il diritto di cronaca, quale causa di giustificazione della diffamazione, trova applicazione solo quando la divulgazione di notizie e valutazioni, anche lesive della reputazione altrui, risponde a un effettivo interesse pubblico alla conoscenza di fatti e circostanze di rilevanza sociale, politica, economica o culturale, e non quando mira a soddisfare la mera curiosità dei lettori su aspetti marginali e privati della vita di un individuo. Pertanto, il giornalista che riporti, senza adeguato riscontro, dichiarazioni offensive della reputazione di un soggetto, prive di un apprezzabile interesse pubblico, commette il reato di diffamazione, non potendo invocare l'esimente del diritto di cronaca. Inoltre, il direttore responsabile di una testata giornalistica, pur essendo soggetto a una pena ridotta rispetto all'autore materiale dell'articolo diffamatorio, può essere condannato alla medesima sanzione, qualora la sua condotta omissiva nell'esercizio del controllo sul contenuto degli articoli pubblicati abbia consentito la commissione del reato, in assenza di giustificazioni che rendano la pena sproporzionata.