Cassazione penale Sez. I sentenza n. 1670 del 14 gennaio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:1670PEN

Massima

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Le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, se precise, coerenti e circostanziate, possono costituire fonte di convincimento circa la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza, qualora trovino riscontro in elementi esterni, anche di natura logica, che rendano verosimile il contenuto della chiamata in correità. Tali riscontri esterni, idonei a confermare l'attendibilità del collaboratore, possono consistere in altre dichiarazioni convergenti, rese in piena autonomia da altro collaboratore di giustizia, in modo tale da escludere reciproche influenze. La valutazione della credibilità soggettiva del collaborante e della credibilità intrinseca del suo narrato, nonché dell'esistenza di riscontri individualizzanti, rientra nell'ambito del giudizio di merito, non sindacabile in sede di legittimità, salvo che non risulti manifestamente illogica o contraddittoria. Anche il riconoscimento fotografico effettuato dal collaborante può costituire indizio valutabile a carico dell'indagato nella fase cautelare.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. ROMBOLA' Marcello - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. CAPOZZI Raffaele - rel. Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 2211/2011 TRIB. LIBERTA' di CATANIA, del 28/02/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. RAFFAELE CAPOZZI;

sentite le conclusioni del PG Dott. ((omissis)), che ha chiesto l'annullamento con rinvio dell'ordinanza impugnata;

uditi i difensori avv.ti (OMISSIS), e (OMISSIS), che hanno chiesto entrambi l'accoglimento del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con ordinanz…

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