Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 2342 del 20 gennaio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:2342PEN

Massima

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Il reato di violenza o minaccia a pubblico ufficiale (art. 336 c.p.) richiede, quale elemento costitutivo di natura oggettiva, che l'azione del privato tenda a forzare la condotta del pubblico ufficiale, per imporgli un comportamento attivo o omissivo, contrario ai suoi doveri. Pertanto, qualora l'atto del pubblico ufficiale, come l'elevazione di una multa, sia già stato compiuto, la successiva contestazione da parte del privato, anche se aspra, e l'evocazione di un intervento della Procura della Repubblica non integrano la prospettazione di un male ingiusto, configurando piuttosto l'espressione di una critica alle modalità di esercizio della pubblica funzione, svolta attraverso i rimedi istituzionali preposti, che non risulta essere stata prospettata in alternativa ad un comportamento preteso, ma quale manifestazione di una contestazione rispetto all'azione già perfezionata. In tali casi, la condotta del privato non può essere ricondotta alla fattispecie di cui all'art. 336 c.p., potendo eventualmente integrare i meno gravi reati di ingiuria o minaccia, aggravati dalla qualifica del soggetto passivo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IPPOLITO Francesco - Presidente

Dott. GIANESINI Maurizio - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

Dott. PETRUZZELLIS Anna - rel. Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
1. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 06/11/2014 della Corte di appello di L'Aquila;
visti gli atti, il provvedimento denunziato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal componente ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale ((omissis)), che ha concluso per l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata perche' il fatto non sussiste;
udito l'avv. (OMISSIS) che si e' riportato al ricorso.

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