Il termine di trenta giorni per la presentazione dell'istanza di rescissione del giudicato ai sensi dell'art. 629-bis c.p.p. decorre dal momento della effettiva conoscenza del provvedimento da parte del condannato, non essendo sufficiente la mera allegazione di una data incerta e non verificabile. L'onere di dimostrare la tempestività della domanda grava sul richiedente, il quale deve indicare e specificare gli elementi idonei a comprovare il rispetto del termine, non potendo la scelta del momento di presa di conoscenza essere rimessa alla sua discrezionalità. L'istanza avanzata precedentemente per la restituzione in termini per impugnare e la declaratoria di non esecutività della sentenza non può valere quale richiesta di rescissione del giudicato, in ragione della diversità del petitum. Né possono rilevare, ai fini della verifica della tempestività, circostanze successive al maturare del termine utile per la proposizione dell'istanza, come il conferimento del mandato difensivo o l'emergenza epidemiologica.