Cassazione penale Sez. III sentenza n. 8852 del 23 febbraio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:8852PEN

Massima

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Il rilascio di un'autorizzazione paesaggistica che attesti falsamente la compatibilità ambientale di un intervento edilizio e la valorizzazione del sito, sulla base di una cessione di cubatura illegittima tra fondi distanti tra loro, integra il reato di falso ideologico in atto pubblico di cui all'art. 480 c.p. da parte del pubblico ufficiale che l'ha emessa, qualora tale attestazione sia stata resa in violazione di specifici criteri normativi che vincolano la valutazione di conformità dell'intervento agli strumenti urbanistici ed edilizi vigenti. La cessione di cubatura, pur essendo uno strumento negoziale legittimo, è soggetta a determinate condizioni, tra cui la reciproca prossimità e l'omogeneità urbanistica dei fondi interessati, al fine di evitare facili elusioni dei vincoli posti alla realizzazione di manufatti edilizi in funzione della corretta gestione del territorio. Pertanto, l'accorpamento a fini edificatori di fondi distanti tra loro, anche se classificati nella medesima zona urbanistica, integra un uso distorto di tale istituto, in violazione dei principi di pianificazione urbanistica. Il dolo del reato di falso ideologico può essere desunto dalla consapevolezza, da parte del pubblico ufficiale, della macroscopica antigiuridicità degli atti posti in essere, nonché dall'esistenza di un accordo collusivo tra lo stesso e i privati interessati, volto a seguire una procedura solo apparentemente conforme alla normativa, ma sostanzialmente diretta alla sua violazione attraverso la creazione di atti falsi. In tale contesto, l'eventuale erroneità o superficialità della verifica compiuta da altri uffici pubblici, come la Soprintendenza, non è idonea a escludere la responsabilità penale del pubblico ufficiale che ha rilasciato l'autorizzazione, poiché la contrarietà al vero di quanto da lui attestato prescinde dalla valutazione successivamente operata da altri organi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI NICOLA Vito - Presidente

Dott. GALTERIO Donatella - Consigliere

Dott. ACETO Aldo - Consigliere

Dott. MENGONI Enrico - Consigliere

Dott. MACRI' Ubalda - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza in data 19.2.2016 della Corte d'appello di Lecce;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Ubalda Macri';
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale, Dr. ((omissis)), che ha concluso chiedendo l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata per intervenuta prescrizione;
u…

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