Cassazione penale Sez. V sentenza n. 33845 del 19 luglio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:33845PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così sintetizzato: La provocazione, quale causa di attenuazione della pena, richiede che il "fatto ingiusto altrui" abbia carattere di ingiustizia obiettiva, intesa come effettiva contrarietà a regole giuridiche, morali e sociali, valutate secondo canoni di civile convivenza e non in base alle convinzioni o sensibilità personali dell'imputato. Inoltre, è necessario che la reazione dell'imputato sia adeguata alla gravità del fatto ingiusto, essendo esclusa l'attenuante in presenza di una evidente sproporzione tra l'offesa subita e la reazione. L'onere di dimostrare la sussistenza di tali requisiti incombe sull'imputato che invoca il riconoscimento della circostanza attenuante, non essendo sufficiente una mera diversa ricostruzione dei fatti rispetto a quella operata dal giudice di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUNO Maria Rosari - Presidente

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - rel. Consigliere

Dott. CALASELICE Barbara - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 20/01/2017 della CORTE APPELLO di PALERMO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ALFREDO GUARDIANO;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. DI LEO GIOVANNI che ha concluso per l'inammissibilita'.
SI DA' PER FATTA LA RELAZIONE;
LA DIFESA SI RIPORTA AL RICORSO E DEPOSITA memoria difens…

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