Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 31209 del 19 luglio 2023

ECLI:IT:CASS:2023:31209PEN

Massima

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Il reato di associazione finalizzata al traffico illecito di stupefacenti di cui all'art. 74 del D.P.R. n. 309/1990 si configura quando sussistono i seguenti elementi: a) l'esistenza di un gruppo composto da almeno tre persone tra loro vincolate da un patto associativo, anche informale, avente ad oggetto un programma criminoso di compimento di una serie indeterminata di reati in materia di stupefacenti, da realizzare attraverso il coordinamento degli apporti personali; b) la disponibilità da parte del sodalizio, con sufficiente stabilità, di risorse umane e materiali per una credibile attuazione del programma associativo; c) un apporto individuale apprezzabile e non episodico degli associati, a conoscenza quantomeno dei tratti essenziali del sodalizio, che integri un contributo alla stabilità dell'unione illecita. Non è richiesta la presenza di una complessa e articolata organizzazione, essendo sufficiente l'esistenza di strutture, anche rudimentali, deducibili dalla predisposizione di mezzi per il perseguimento del fine comune, creati in modo da concretare un supporto stabile e duraturo alle singole deliberazioni criminose, con il contributo dei singoli associati. La prova dello svolgimento di un'attività sistematica e continuativa di cessione di sostanze stupefacenti per un apprezzabile periodo temporale può essere raggiunta anche nel caso in cui risultino dimostrate soltanto alcune cessioni, monitorate attraverso servizi di intercettazione di conversazioni, quando le stesse sono collegate probatoriamente alle altre condotte contestate, non occorrendo riscontrare tutti i singoli episodi, specie quando tali fatti coinvolgano le medesime persone, si presentino omogenei e risultino avvinti tra loro da continuità cronologica. Non è richiesta la conoscenza reciproca fra tutti gli associati, essendo sufficiente la consapevolezza e la volontà di partecipare, assieme ad almeno altre due persone aventi la stessa consapevolezza e volontà, ad una società criminosa strutturata e finalizzata secondo lo schema legale. Ai fini della valutazione dei gravi indizi di colpevolezza nel giudizio cautelare, è sufficiente qualunque elemento probatorio idoneo a fondare un giudizio di qualificata probabilità sulla responsabilità dell'indagato in ordine ai reati addebitatigli, senza che sia necessario il rispetto dei criteri richiesti per il giudizio di merito dall'art. 192, comma 2, c.p.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CIAMPI F.Maria - Presidente

Dott. FERRANTI Donatella - Consigliere

Dott. ESPOSITO Aldo - rel. Consigliere

Dott. MARI Attilio - Consigliere

Dott. RICCI A.L.A. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE TRIBUNALE DI POTENZA;
nel procedimento a carico di:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 01/12/2022 del TRIB. LIBERTA' di POTENZA;
udita la relazione svolta da Consigliere ALDO ESPOSITO;
lette le conclusioni dei PG LUCIA ODELLO che ha chiesto l'annullamento con rinvio dell'ordinanza impugnata;
letta la memoria difensiva dell'avv. (OMISSIS), in qualita' di difensore di fiducia dell'indagato, che ha …

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