Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso proposto da una società concessionaria di beni demaniali marittimi avverso la richiesta di pagamento di canoni demaniali da parte del Comune, ha stabilito che: La controversia relativa al profilo patrimoniale del debito posto a carico del concessionario per l'utilizzazione del bene demaniale marittimo esula dalla giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo ex art. 133, comma 1, lett. b), c.p.a. e rientra nella competenza dell'autorità giudiziaria ordinaria, non essendo in discussione la verifica dell'azione autoritativa sul rapporto concessorio né l'esercizio di poteri discrezionali-valutativi nella determinazione del canone. Pertanto, il ricorso è dichiarato inammissibile per difetto di giurisdizione in relazione alla richiesta di pagamento dei canoni demaniali, fermo restando la facoltà del ricorrente di riproporre il giudizio dinnanzi al giudice ordinario entro il termine perentorio di tre mesi dal passaggio in giudicato della decisione. Inoltre, il Tribunale ha rilevato che la determinazione impugnata, nella parte in cui contiene un mero monito circa il possibile diniego di rinnovo della concessione in caso di mancato pagamento, non costituisce un provvedimento lesivo diretto nei confronti del destinatario, in assenza di una manifestazione di volontà attuale dell'amministrazione di ritirare la concessione o di negarne il rinnovo. Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato inammissibile anche per difetto di interesse in relazione a tale profilo.