Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 25703 del 28 giugno 2011

ECLI:IT:CASS:2011:25703PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, abusando della propria qualità e dei propri poteri, induce un privato alla dazione indebita di un bene (nella specie, un orologio di valore) al fine di favorire o ostacolare il regolare svolgimento di un procedimento amministrativo di cui è responsabile, commette il reato di concussione. Tale condotta è punibile anche quando la dazione non sia preceduta da una esplicita richiesta, essendo sufficiente che il pubblico ufficiale abbia creato una situazione di timore e di soggezione nell'animo del privato, tale da indurlo a consegnare il bene per evitare pregiudizi economici alla propria attività. Inoltre, il reato di concussione si consuma nel luogo in cui il pubblico ufficiale esercita le proprie funzioni e dove si realizza la condotta illecita, a prescindere dal luogo in cui avviene la materiale consegna del bene. Infine, la pena accessoria dell'interdizione dai pubblici uffici, quando la pena principale inflitta sia inferiore ai tre anni di reclusione, deve avere durata temporanea e non perpetua.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GARRIBA Tito - Presidente

Dott. AGRO' Antonio - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - rel. Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Iz. Ag. , nato il (OMESSO);

avverso la sentenza 25 gennaio 2010 della Corte di appello di Roma, che, in parziale riforma della sentenza 16 marzo 2007 del Tribunale di Latina, appellata da Iz. e da Es. Vi. Ra. , ha dichiarato non doversi procedere nei confronti di entrambi per il delitto sub B, estinto per prescrizione e ha determinato la pena per Iz. in anni 2 e mesi 8 di reclusione per il reato di concussione sub A, limitatamente all'oro…

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