Cassazione penale Sez. V sentenza n. 23590 del 5 giugno 2014

ECLI:IT:CASS:2014:23590PEN

Massima

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Il tentativo di reato si configura quando l'agente, pur non avendo realizzato integralmente la condotta tipica, abbia compiuto atti idonei, univocamente diretti e con significativa probabilità di conseguire l'obiettivo criminoso, salvo il verificarsi di eventi indipendenti dalla sua volontà che ne impediscano l'esecuzione. La valutazione di idoneità e univocità degli atti compiuti, da effettuarsi in base a un giudizio ex ante sulle circostanze obiettive e le modalità della condotta, è di esclusiva competenza del giudice di merito, il quale deve accertare che l'agente abbia definitivamente approntato il piano criminoso e iniziato a metterlo in atto, con concreto pericolo di lesione del bene giuridico tutelato. Pertanto, il mero compimento di atti preparatori, anche se significativi, non è sufficiente a integrare il tentativo di reato, se non sono accompagnati dall'inizio dell'esecuzione della condotta tipica e dalla concreta idoneità degli stessi a realizzare l'obiettivo delittuoso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LOMBARDI Alfredo - Presidente

Dott. LAPALORCIA Grazia - rel. Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinando - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI PALERMO;

nei confronti di:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 1690/2013 TRIB. LIBERTA' di PALERMO, del 19/11/2013;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. GRAZIA LAPALORCIA;

sentite le conclusioni del PG Dott. FRATICELLI Mario che ha chiesto l'annullamento con rinvio;

udito il difensore avv. (OMISSIS) che ha chiesto il rigetto del ricorso.

RITENUTO I…

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