Cassazione penale Sez. V sentenza n. 4940 del 10 febbraio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:4940PEN

Massima

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Il diritto di critica giornalistica, pur dovendo essere esercitato nel rispetto dei limiti di continenza e pertinenza, costituisce una causa di giustificazione che esclude la configurabilità del reato di diffamazione a mezzo stampa, qualora le espressioni ritenute offensive siano dirette a censurare l'operato di un pubblico ufficiale nell'esercizio delle sue funzioni, senza eccedere in termini denigratori o gratuiti. Il giudice, nel valutare la sussistenza di tale causa di giustificazione, deve verificare se le critiche siano state formulate in modo obiettivo e costruttivo, senza travalicare i limiti della continenza e della pertinenza, e se siano dirette a denunciare condotte o atteggiamenti del pubblico ufficiale che possano essere ritenuti censurabili alla luce dei doveri e delle responsabilità inerenti al suo ruolo istituzionale. Pertanto, la mera circostanza che le espressioni utilizzate nell'articolo di stampa possano aver leso la reputazione del pubblico ufficiale non è sufficiente a integrare il reato di diffamazione, qualora il giudice ritenga che l'articolista abbia esercitato legittimamente il diritto di critica, senza eccedere i limiti della continenza e della pertinenza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COLONNESE Andrea - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto il 15.2.2010 da:

avv. Molinengo Attilio, difensore della parte civile De. Sa. Ma. ;

avverso la sentenza emessa dal Gup del Tribunale di Monza del 3 febbraio 2010;

nel procedimento penale a carico di:

GI. Ma. , nato ad (OMESSO), e di MA. Gi. , nato a (OMESSO);

Letto il ricorso e la sentenza impugnata.

Sentita la relazione del Consigliere dr. Paolo Antonio BRUNO.

Udite le conclusioni del Procuratore Generale, in…

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