Il provvedimento di demolizione di opere edilizie abusive, avendo natura vincolata, non richiede una particolare motivazione, essendo sufficiente il mero accertamento della realizzazione di interventi in assenza di titolo abilitativo. Pertanto, il provvedimento di demolizione non è annullabile per violazione di norme sul procedimento o sulla forma degli atti, qualora il suo contenuto dispositivo non avrebbe potuto essere diverso da quello in concreto adottato. La sospensione del procedimento sanzionatorio e del giudizio non opera quando le opere oggetto di condono edilizio sono diverse e successive rispetto a quelle accertate in precedenza, non essendo in tal caso applicabili gli artt. 38 e 44 della legge n. 47/1985. L'onere di provare la preesistenza delle opere alla data del 31 dicembre 1993 ai fini della loro inclusione nell'istanza di condono incombe sul privato, il quale, in mancanza di idonea prova, non può dolersi della ricostruzione operata dall'amministrazione e delle conclusioni cui è giunto il giudice. Il giudice amministrativo non può sostituirsi all'amministrazione nella valutazione della condonabilità delle opere, limitandosi a verificare la correttezza dell'istruttoria e della motivazione del provvedimento impugnato.