Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 36825 del 2 settembre 2019

ECLI:IT:CASS:2019:36825PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel giudizio di cassazione, è vincolato ai motivi di ricorso proposti, non potendo esaminare questioni non dedotte nei motivi di appello, in quanto ciò determinerebbe un inevitabile difetto di motivazione della sentenza impugnata su tali punti. Pertanto, il ricorso per cassazione è inammissibile qualora formuli censure non prospettate nei motivi di appello, in quanto estranee ai limiti del devolutum. Il principio di corrispondenza tra il chiesto e il pronunciato, che impone al giudice di decidere nei limiti delle domande proposte, trova applicazione anche nel giudizio di legittimità, in cui il parametro dei poteri di cognizione del giudice è delineato dall'art. 609 c.p.p., comma 1, che ribadisce la commisurazione della cognizione ai motivi di ricorso proposti, in correlazione con l'art. 606 c.p.p., comma 3, che prevede la non deducibilità in cassazione delle questioni non prospettate in appello.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MOGINI Stefano - Presidente

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

Dott. AMOROSO Riccardo - Consigliere

Dott. VIGNA ((omissis)) - rel. Consigliere

Dott. SILVESTRI Pietro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 15/10/2018 della CORTE APPELLO di BARI;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere, Dott.ssa ((omissis))NA VIGNA;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore, Dott.ssa BARBERINI ROBERTA MARIA che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso;
udito il difensore, avvocato (OMISSIS) del foro di ROMA quale sostituto processuale dell'avvocato …

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