Cassazione penale Sez. V sentenza n. 17947 del 30 aprile 2019

ECLI:IT:CASS:2019:17947PEN

Massima

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Il dolo nel reato di falsa attestazione è integrato dalla mera volontà di attestare il falso, consapevoli della sua falsità, a prescindere dall'esistenza di un particolare interesse dell'agente. Tuttavia, la causa di non punibilità di cui all'art. 131-bis c.p. può trovare applicazione quando la condotta, pur formalmente integrando gli estremi del reato, risulti concretamente inidonea a ledere l'interesse tutelato dalla norma incriminatrice, senza che a tal fine rilevi la mera esistenza di precedenti penali, in assenza di una specifica motivazione sulle modalità della condotta. Parimenti, il beneficio della non menzione della condanna nel certificato del casellario giudiziale deve essere riconosciuto all'imputato incensurato, senza che possa essere negato sulla base di un erroneo riferimento a precedenti penali inesistenti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PALLA Stefano - Presidente

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. ROMANO Giulio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 25/01/2018 della Corte di Appello di Palermo;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)) M. Stefano, che ha concluso chiedendo che il ricorso sia dichiarato inammissibile;
udito il difensore dell'imputato, avv. (OMISSIS), che ha concluso chiedendo l'accoglimento del rico…

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