Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 31355 del 5 agosto 2011

ECLI:IT:CASS:2011:31355PEN

Massima

Generata da Simpliciter
La condotta di offerta di sostanza stupefacente, ai sensi del D.P.R. n. 309 del 1990, art. 73, non richiede la immediata messa a disposizione della droga, essendo sufficiente che, in base alle circostanze e alle modalità del fatto, essa si presenti come realizzabile e seria, e cioè che l'offerente abbia l'effettiva, anche se non immediata, disponibilità della sostanza. Ricorrendo tali condizioni, anche la semplice dichiarazione di essere in grado di procacciare sostanze stupefacenti può essere, di per sé sola, generatrice di responsabilità penale, non essendo necessario né il raggiungimento di un accordo né che la proposta sia tanto circostanziata da consentire, se accolta, la cessione della sostanza né, tanto meno, la tradizione della sostanza medesima. Ai fini della concedibilità o del diniego della circostanza attenuante del fatto di lieve entità di cui al D.P.R. n. 309 del 1990, art. 73, comma 5, il giudice è tenuto a valutare complessivamente tutti gli elementi indicati dalla norma, sia quelli concernenti l'azione (mezzi, modalità e circostanze della stessa), sia quelli che attengono all'oggetto materiale del reato (quantità e qualità delle sostanze stupefacenti oggetto della condotta criminosa), dovendo, conseguentemente, escludere la concedibilità dell'attenuante quando anche uno solo di questi elementi porti ad escludere che la lesione del bene giuridico protetto sia di lieve entità. Nell'ipotesi della presenza di un agente provocatore, l'esclusione della punibilità stabilita dall'art. 49 cpv. c.p. presuppone necessariamente la derivazione assoluta ed esclusiva dell'azione delittuosa dall'istigazione di tale soggetto e non può pertanto configurarsi quando la determinazione sia proveniente anche da attività di soggetti diversi dall'agente provocatore. Ne consegue che, in tal caso, l'attività dell'agente provocatore costituisce un fattore estrinseco che dà spunto all'azione delittuosa, ma non esclude affatto che questa sia stata voluta e realizzata dal reo secondo impulsi e modalità allo stesso autonomamente riconducibili.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. GARRIBBA Tito - Consigliere

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1. Le. Ab. , nato a (OMESSO);

2. Bo. Ab. , nato in (OMESSO);

3. Sa. Ab. , nato in (OMESSO);

4. Za. Ab. , nato in (OMESSO);

avverso la sentenza del 14/06/2010 della Corte di appello di Firenze;

visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Ersilia Calvanese;

udite le richieste del Pubblico Ministero, in pe…

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.