Il sequestro preventivo di beni può essere legittimamente disposto quando sussistono il fumus commissi delicti, ossia l'astratta configurabilità del reato ipotizzato, e il periculum in mora, ovvero il concreto pericolo di protrazione del reato o di commissione di ulteriori illeciti. Il giudice del riesame, nel valutare tali presupposti, non può anticipare la decisione di merito sulla responsabilità dell'indagato, ma deve limitarsi a verificare la compatibilità tra la fattispecie concreta e quella legale, senza entrare nel merito della fondatezza dell'accusa o della gravità degli indizi. Pertanto, costituisce estrinsecazione della mala fede contrattuale, idonea ad integrare il delitto di frode nelle pubbliche forniture, l'esecuzione di servizi solo apparentemente effettuati a regola d'arte, come nel caso in cui l'appaltatore non abbia provveduto all'installazione nei veicoli dei dispositivi funzionali necessari per l'espletamento del servizio, nonostante gli obblighi contrattuali. In tali ipotesi, il giudice del riesame può legittimamente disporre il sequestro preventivo dei beni, al fine di impedire l'ulteriore protrazione del reato e la commissione di ulteriori illeciti, come la richiesta di ulteriori pagamenti.