Cassazione penale Sez. II sentenza n. 20239 del 16 maggio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:20239PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La confisca di prevenzione di cui al D.Lgs. n. 159/2011, art. 24, può essere legittimamente applicata nei confronti di un soggetto ritenuto socialmente pericoloso in quanto abitualmente dedito alla commissione di reati, anche in assenza di un nesso di pertinenzialità diretta tra i beni confiscati e le attività illecite accertate, essendo sufficiente la mera sproporzione tra il valore dei beni posseduti e i redditi dichiarati o l'attività economica svolta, senza che tale sproporzione possa essere giustificata dalla mera allegazione di proventi derivanti da evasione fiscale, atteso che le disposizioni sulla confisca di prevenzione mirano a sottrarre alla disponibilità dell'interessato tutti i beni che siano frutto di attività illecite o ne costituiscano il reimpiego, senza distinguere se tali attività siano o meno di tipo mafioso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIANDANESE Franco - Presidente

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. SGADARI Giuseppe - Consigliere

Dott. TUTINELLI Vincenzo - Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso il decreto n. 13/2015 CORTE DI APPELLO di VENEZIA, del 16/7/2015 sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. IGNAZIO PARDO;
lette le conclusioni del Procuratore Generale che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1.1 Con decreto in data 16 luglio 2015 la Corte di Appello di Venezia rigettava l'appello proposto nell'interesse di (OMISSIS) avverso il provvedimento applicativo la misura di preve…

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