Il mancato invio della comunicazione dei motivi ostativi all'accoglimento dell'istanza, prevista dall'art. 10-bis della Legge n. 241/1990, comporta l'illegittimità del provvedimento finale di rigetto, in quanto priva il destinatario della possibilità di partecipare al procedimento e di produrre nuovi elementi a sostegno della propria domanda, anche laddove l'amministrazione ritenga che il contenuto del provvedimento non avrebbe potuto essere diverso da quello adottato. Ciò in quanto la modifica apportata dall'art. 12, comma 1, lett. i), del D.L. n. 76/2020 ha escluso l'applicabilità della previsione di cui al secondo periodo dell'art. 21-octies, comma 2, della Legge n. 241/1990 ai provvedimenti adottati in violazione dell'art. 10-bis. Pertanto, il principio tempus regit actum impone all'amministrazione di valutare la legittimità del provvedimento finale alla luce della normativa vigente al momento della sua adozione, e non a quello di presentazione dell'istanza, con la conseguente necessità di annullare il provvedimento impugnato per violazione del diritto di partecipazione del destinatario.