Il patto corruttivo tra il pubblico ufficiale e i privati, caratterizzato da un rapporto sinallagmatico e paritetico, può trovare origine nell'omessa esclusione di un'impresa da una gara d'appalto nonostante l'esistenza di irregolarità nella sua offerta, in cambio del pagamento di una somma di denaro. L'accordo corruttivo può poi proseguire con il compimento da parte del pubblico ufficiale di atti contrari ai doveri d'ufficio, come lo sblocco di pagamenti arretrati dovuti all'impresa, anche in presenza di irregolarità nella documentazione fornita dalla stessa. Il pericolo concreto e attuale di reiterazione della condotta corruttiva, valutato sulla base delle modalità realizzative, della personalità dell'agente e del contesto socio-ambientale, può sussistere anche in assenza di specifiche occasioni di recidivanza, giustificando l'applicazione di una misura cautelare personale, come gli arresti domiciliari, a prescindere dalle dimissioni dell'indagato da cariche societarie.